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Giovanni Castronuovo - da: La Basilicata nel Mondo (1924-1927)

Ha cinquant'anni: ma nella scuola, nei consulti, nella vita, lo si ritrova sempre illuminato, nel volto, da una giovinezza ventenne. Malgrado l’austerità dei suoi studi e delle sue occupazioni, egli conserva e reca ovunque un’amabilità fine, calda e schietta, che conferisce una grande efficacia al suo insegnamento e al suo esercizio professionale.

Nacque a S. Arcangelo nel 1873, e compì i primi studi in un collegio diretto allora da suo padre, a Viggiano. Quivi, per antica tradizione, è tenuta in grande onore la musica; e Giovanni Castronuovo, dotato, da giovinetto, di uno spirito sensibile a tutte le manifestazioni artistiche della vita, fra il latino e il greco, trovò tempo di imparare a suonare l’Arpa.

Intrapreso, con fede ed entusiasmo, nel 1889, lo studio della medicina, conservò tuttavia l’amore per la musica; e, nelle belle serate di Capodimonte, ove egli abitava con la famiglia, traeva ispirazione da questo magnifico cielo napoletano per dare piccoli, frequenti concerti alle persone amiche. Divenne così ben presto l’idolo di molte famiglie che andavano ad ascoltarlo, fra le quali, laureatosi, trovò subito liete accoglienze ed incoraggiamento prezioso all’esercizio professionale.

Così la semicroma aveva preceduto il termometro.

Ma fin da allora egli si fece subito apprezzare e stimare per la sua grande attitudine alla medicina.

Non è stato mai detto abbastanza, nei tempi moderni, che la medicina fa parte delle scienze positive, ma è anche e sopratutto un’arte. V’è, fra i medici, una sensibilità tutta individuale, per l’esatta percezione dei dolori che affliggono il genere umano, come v'è una sensibilità individuale per la musica, per la pittura, per la poesia. Gli antichi classificarono la medicina fra le arti belle. Se fosse altrimenti voi non potreste spiegarvi come mai, per esempio, Cardarelli ,— ancora giovane di anni e di studi, abbia sbalordito Billroth, di passaggio per Napoli, nel diagnosticare appartenente alla faccia interna della parete addominale, come fu poi dimostrato, un tumore che il Billroth stesso, con la sua assai maggiore esperienza e cultura, si ostinava a ritenere di origine viscerale. I libri, il gabinetto, gl’infermi costituiscono la fonte viva cui il medico attinge gli elementi costitutivi della sua arte; ma, senza questa particolare sensibilità, non esistono splendori nell’esercizio della medicina.

Giovanni Castronuovo, fin dall’ inizio della sua carriera, rivelò di possedere, viva e profonda, l’attitudine a sentire, oltre che ad intendere, le arcane origini delle malattie umane.

Aveva compiuto gli studi universitari, con severità di metodo, da interno negli Istituti d’Anatomia normale, di Clinica pediatrica e di Materia Medica.

Continuò, dopo la laurea, a studiare, da assistente del prof. De Renzi, presso la Prima Clinica Medica, e, contemporaneamente, da interno negli Istituti di Igiene e di Anatomia Patologica.

Nel 1903 conseguì la libera docenza in Patologia Speciale medica dimostrativa. Frattanto pubblicava importanti lavori sperimentali, ed otteneva sempre maggiori successi nell’esercizio professionale privato.

Nel 1905 divenne, per titoli, libero docente di Clinica Medica e aiuto della I Clinica.

Cominciò allora il periodo aureo della carriera e degli studi di Giovanni Castronuovo, perchè, nella Clinica e nell’Ospedale degli Incurabili, ove già aveva vinto il concorso di assistente e di aiuto, si produsse nell’ insegnamento, e iniziò quel corso di Patologia e Clipica medica, che mai più interruppe, e nel quale si rivelò Maestro insigne.

La scuola Medica Napoletana ha una gloria imprescrittibile, perché fu la prima e la sola che, già nel secolo XVIII, mentre in Europa si seguivano universalmente le vie tortuose dell’ investigazione empirica e speculativa, riallacciò trionfalmente le sue ricerche all’indirizzo positivo, fonte di tutte le conquiste moderne.

Cotugno, Cirillo, Lanza, Troja, e più tardi Tommasi, Cantani, Cardarelli derivarono il loro verbo da G. B. Vico, per il quale soltanto il fatto vero e da Galileo che aveva detto: bisogna misurare tutto il misurabile e rendere misurabile quello che non si può immediatamente misurare. Criterio unico della verità divenne l’accorto con i fatti osservati, e da questi soltanto furono desunte le leggi che li concatenano.

In breve volgere di anni, qui, a Napoli, mentre altrove le scienze biologiche erano ancora bamboleggianti, la Clinica Medica divenne onusta di fati e di vittorie

Giovanni Castronnovo, nell’insegnamento universitario, continua e mantiene viva la bella tradizione di questa grande Scuola.

Osservatore profondo e preciso dei fatti patologici, iniziò nel 1913 la pubblicazione di alcune “ Lezioni di Semiologia e Diagnostica medica, pubblicazione che rimase incompleta per lo scoppio della conflagrazione europea, ma che è veramente preziosa; e io mi auguro sia portata subito a compimento. Egli e dotato altresì di tutti i requisiti che occorrono per assurgere alla diagnosi. Si che il suo ingegno possiede profonde e luminose, le due grandi qualità che rendono il Clinico sommo: la facoltà dell’analisi, e la facoltà della sintesi.

Fu militare durante tutta la guerra; e prestò servizio presso Reggimenti di fanteria, in Ospedali da campo, e in Ospedali territoriali. In zona di guerra riportò una grave frattura dell’avambraccio.

Attualmente è aiuto della I Clinica Medica ed ha 1’incarico di supplire nell’ insegnamento il Direttore, prof. Pietro Castellino, durante le assenze.

Tiene la direzione della Policlinica esterna gratuita della I Clinica; appartiene alla R. Accademia Medico-Chirurgica di Napoli, è Medico Primario degli Ospedali Riuniti.

Ha pubblicato 54 lavori originali, nei quali ha investito tutti i campi della medicina. E a questo proposito mi piace di ricordare che già nel 1906, egli illustrò la Terapia de/l’infezione puerperale col siero antidifterico Boehring, precorrendo così gli studi che maturarono, alcuni anni dopo, sulla polivalenza dei sieri, e sulla proterno - terapia sorgente di importantissime applicazioni terapeutiche moderne.

Questi studi severi e tenaci hanno conferito alla sua sensibilità e al suo ingegno poderosissimo l’arte, assai difficile, di intendere meravigliosamente le armonie e le disarmonie interiori del corpo umano; di penetrare tutte le cose che in esso vivono e cantano la vita, e tutte le cose che invecchiano e muoiono: cioè l’arte che guida a percorrere trionfalmente l’aspro cammino di redenzione dell’umanità sofferente.

Fu Presidente dell’ordine dei medici della Provincia di Napoli, ma, nelle ultime elezioni, d’alle quali sarebbe anche uscito trionfante, se non si fosse preanunziata una indebita ingerenza governativa, egli seppe ritirarsi a tempo, per evitare alla classe medica l’umiliazione di una coartazione artificiale e dannosa.

Della nostra sala degli Incurabili, in cui, per tre anni, gli fui discepolo, io ricordo sempre, e con cuore nostalgico, congiunti in un fascino conquistatore, la sua sapienza e il suo sorriso buono, ed al letto dei miei infermi, so per quanti fili invisibili, i quali paiono intessuti di scienza soltanto, ma lo sono anche, e prevalentemente di amore, il discepolo è rimasto congiunto al Maestro.


tratto da: La Basilicata nel Mondo - 1924:1927

Autore: BERTANI TOMASULO

 

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